Perizie grafologiche: l’approccio corretto

Le perizie grafologiche rivestono un ruolo fondamentale ed insostituibile in tutte le questioni legate alla necessità di scoprire se una firma, un testamento, un contratto, un documento, è vero o falso, cioè autografo, dell’apparente firmatario, o apocrifo, cioè firmato e/o scritto da qualcun altro. Anche per un Parere Preventivo Verbale pro-veritate, l’approccio corretto viene ad essere determinante, poichè solo uno studio attento ed approfondito può fornire, davvero, tutti gli elementi ed i riscontri necessari per addivenire ad un parere oggettivamente fondato.

L’approccio corretto è determinante, in ogni situazione della vita. E più le questioni sono complesse, più il metodo che usi per affrontarle è fondamentale per la situazione. Così è anche quando bisogna scoprire se ci troviamo di fronte ad una firma autografa o eterografa, se il testamento lo ha scritto il de cuius tutto da solo, o qualcuno lo ha obbligato, o proprio lo ha scritto qualcun altro.

Per non parlare dei contratti, delle scritture private, dei documenti che si firmano per ritirare dei soldi. Così, anche se sono un’esperta, e la mia esperienza decennale, non solo di grafologa giudiziaria, ma di formatrice e counselor che usa la scrittura e la grafologia come base del proprio lavoro, è molto avanzata, preferisco sempre scegliere l’approccio più corretto. Che non può essere quello di fare le cose in modo approssimativo, veloce o senza i dovuti approfondimenti. Almeno, per me.

Perché questo è importante? Perchè fa la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. In questa puntata rispondo alla domanda di Claudio: “Dottoressa, lei che è un’esperta, potrebbe dare un’occhiata e dirmi se questa firma è vera o falsa?”.

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Perizie grafologiche: l’importanza dell’approccio

L’approccio corretto è determinante, in ogni situazione della vita. E più le questioni sono complesse, più il metodo che usi per affrontarle è fondamentale per la situazione. Così è anche quando bisogna scoprire se ci troviamo di fronte ad una firma autografa o eterografa, se il testamento lo ha scritto il de cuius tutto da solo, o qualcuno lo ha obbligato, o proprio lo ha scritto qualcun altro. Per non parlare dei contratti, delle scritture private, dei documenti che si firmano per ritirare dei soldi.

Così, anche se sono un’esperta, e la mia esperienza decennale, non solo di grafologa giudiziaria, ma di formatrice e counselor che usa la scrittura e la grafologia come base del proprio lavoro, è molto avanzata, preferisco sempre scegliere l’approccio più corretto. Che non può essere quello di fare le cose in modo approssimativo, veloce o senza i dovuti approfondimenti. Almeno, per me. Perché questo è importante? Perchè fa la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

L’importanza dei pareri preventivi per le perizie calligrafiche

In questa puntata rispondo alla domanda di Claudio: “Dottoressa, lei che è un’esperta, potrebbe dare un’occhiata e dirmi se questa firma è vera o falsa?”. Anni fa, mi telefonò una signora che viveva in una grande città, e pare avesse spesso necessità di rivolgersi ad un grafologo giudiziario per verificare le proprie o altrui firme. Pare anche che questo grafologo, in pochi minuti, dietro un compenso direi per i pochi minuti, soddisfacente, le fornisse il suo parere. Cosa che aveva sempre molto gradito, la simpatica signora.

Sennonchè, era accaduto negli ultimi mesi che ben tre di quei pareri fossero risultati errati, con una serie di conseguenze economiche per la signora non indifferenti. Così, si era decisa a cercare qualcun altro, e, dopo aver letto un mio articolo, aveva deciso di contattarmi.

È possibile con un’occhiata dare un responso professionale oggettivamente fondato? A mio avviso, no. È possibile dare un responso professionale fondato sull’esperienza autoreferenziale, ma “oggettivamente fondato” è un’altra cosa: implica studio, approfondimento.

L’importanza del presupposto fondato

La scorsa settimana ho realizzato un parere verbale preventivo pro-veritate per una persona che, suo malgrado, nell’ambito del suo lavoro, si è trovata ad effettuare delle operazioni in base a documenti che, dieci anni dopo, gli eredi contestano e ritengono fossero falsi. Non aveva bisogno di un parere ad occhio, ma di un parere fondato, perché, in cuor suo, sapeva di aver agito correttamente, svolgendo operazioni di sportello in base a documenti firmati apparentemente, dal soggetto giusto. Ma non è un grafologo giudiziario, e, prima di decidere come procedere, voleva sapere se davvero aveva sbagliato.

Puoi immaginare il suo sollievo, quando il mio studio ha portato ad un parere positivo: le sottoscrizioni erano autografe, e lui, non aveva sbagliato. Potrei dare un’occhiata ed un parere, ma non l’ho mai fatto e non lo farò mai. La signora di cui ti parlavo si trovò di fronte ad una situazione molto difficile, perché basandosi sul parere del professionista aveva avviato delle cause che, purtroppo, non avevano i fondamenti. I presupposti erano sbagliati.

L’importanza dell’esperienza dell’esperto come elemento qualitativo

Il contrario, invece, funziona sempre: mi è accaduto di dover formulare una valutazione su alcune firme su contratti, e c’erano delle differenze così inspiegabili, anche per un imitatore, che suggerii all’Avvocato di approfondire la ricerca. Così scoprì che il de cuius aveva due firme completamente diverse, e le usava in base alla documentazione.

L’esperienza è molto importante, e fa la differenza, ma io la uso non come se fornisse risposte pronte, piuttosto, per il contrario: come base per cercare le risposte esatte. E situazioni come queste, in cui grazie alla mia esperienza ho potuto dedurre elementi che necessitavano di approfondimenti, elementi che poi sono stati riscontrati e verificati, ne ho affrontate molte.

Perché mi piace sempre approfondire, e studiare, avere le idee chiare, la documentazione giusta, e se non è giusta, bisogna capire quanto e come può influire sul parere finale. Lo studio di grafologia giudiziaria, analisi e comparazione della grafia, è la ricerca della verità, che riguarda la scrittura, la personalità grafica dello scrivente nella sua dinamica grafomotoria e nella sua prassia ideocostruttiva.

Anche se questo approccio può apparire molto comprensibile ragionevole e completamente condivisibile, posso dirti che a volte c’è chi è convinto, osservando una scrittura, di aver visto una lettera così diversa da essere sicuro che il testamento sia falso. E nella maggior parte dei casi, si tratta invece di grandi errori, interpretazioni basate sull’assoluta mancanza di conoscenza della materia.

Osservare un testamento scritto ad ottant’anni da una persona con problemi di salute, e compararlo con la firma della stessa persona ventenne, in piena forma fisica, pensando che la differenza morfologica della scrittura possa essere tutto, è un’idea molto semplicistica ed errata. L’invecchiamento coinvolge tutto, mente, corpo, anche il gesto grafico.

Allora, un’occhiata veloce non dovrebbe mai soddisfarti, anzi: dovresti sempre chiedere il miglior studio possibile, anche per un parare preventivo verbale pro-veritate. Almeno, questa è la strada che ho scelto: la base di ogni parere è sempre lo studio fondante. Perché le risposte sono nella scrittura, e non nei desideri di chi le vorrebbe proprio rispondenti a ciò che spera. Ed è solo con le giuste risposte che si può scegliere l’azione corretta da fare, che si tratti di reclamare i propri diritti o di contestare quelli di altri.

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dr.ssa Annarosa Pacini – perizie e consulenze grafologiche (calligrafiche)

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